Giovanni Toti cede e rassegna le dimissioni da governatore della Liguria. Agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio con l’accusa di corruzione, Toti ha comunicato la decisione al presidente ad interim Alessandro Piana e il documento di “dimissioni irrevocabili” è stato consegnato tramite l’assessore alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, che ha ricevuto la decisione dall’avvocato del governatore, Stefano Savi.

Il testo della lettera

Nel testo della lettera di dimissioni, pubblicato dal Corriere.it, Toti scrive: “Io sottoscritto, Giovanni Toti, con questa mia rassegno dimissioni irrevocabili da presidente della Giunta regionale della Liguria, carica alla quale sono stato proclamato con atto dell’ufficio centrale per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Liguria presso la Corte di appello di Genova in data 8/10/2020. Inoltro questa mia alle autorità in indirizzo per tutte le competenze di legge relative alla gestione transitoria dell’ente e l’avvio delle procedure per l’indizione di nuove elezioni”.

Le parole di Toti: “Lascio Regione in Ordine”

Nella lettera inviata ai vertici regionali si legge:  “Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da presidente della Giunta regionale della Liguria. Oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica” aggiunge Toti. “Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio regionale di approvare l’assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell’ente” conclude.

Dimissioni Toti, elezioni entro tre mesi

Con le dimissioni di Toti in Liguria saranno fissate nuove elezioni per il rinnovo del consiglio regionale entro tre mesi. Passo indietro che consentirà all’avvocato Savi di presentare una nuova istanza per la revoca degli arresti domiciliari. Toti la scorsa settimana era stato raggiunto da una nuova ordinanza con l’accusa di finanziamento illecito. Misura che ha probabilmente sciolto gli ultimi dubbi sulle dimissioni e la nuova strategia difensiva da attuare.

Il 7 maggio scorso Toti è stato arrestato nell’ambito di una inchiesta della procura di Genova per corruzione. Per lui, la gip Paola Faggioni aveva disposto gli arresti domiciliari nella sua residenza di Ameglia. Dopo che gip e Riesame avevano respinto l’istanza di scarcerazione o di alleggerimento della misura cautelare, il 18 luglio sono scattati i secondi arresti domiciliari per Toti, in concomitanza con la manifestazione del campo largo a Genova per chiedere le sue dimissioni.

Dimissioni Toti, Calenda: “Indegno forzarle con misure cautelari”

“Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana”. Lo scrive X il leader di Azione Carlo Calenda.

Dimissioni Toti, Bettini: “Finita la sua fase…”

In una intervista al Riformista, Goffredo Bettini, dirigente dem, ha commentato: “La manifestazione per mandare via Toti l’avrei fatta, perché politicamente è un presidente fallito. È finita la sua fase. È scoperto il suo sistema di potere. Invece, non chiederei mai, sottolineo mai, un passo indietro a chi è oggetto di indagini, con imputazioni tutte da dimostrare”.

Il garantismo di facciata della Lega:  “Inchieste per sovvertire voto”

“In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”. Così una nota della Lega che in questa circostanza si scopre garantista per tornaconto personale mentre in altre circostanze, quando a finire nel mirino dei pm erano avversari politici, ha prontamente puntato il dito per chiedere dimissioni e nuove elezioni.

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