L'editoriale
Sicurezza tema indigesto alla sinistra mentre per la destra l’unica soluzione è il diritto penale…

“Quando in una città non c’è sicurezza, a pagarne le spese sono i più deboli”. La frase non è di Meloni o Piantedosi ma di Walter Veltroni. Eppure, a sinistra, il concetto non è ancora scolpito nelle idee e nelle azioni. Non è chiaro a molti che la sicurezza non è il volto arcigno dello Stato, ma la sua mano tesa. È la libertà vera delle donne. È una metropolitana sicura. È fatta persino, incredibile a dirsi, di uomini in divisa che attraversano la notte e prevengono aggressioni e furti. La sicurezza è raccontata come una favola cattivista, mentre in realtà è decoro urbano, servizi, educazione, prossimità. È, soprattutto, rispetto per chi ha di meno, per le donne e per gli uomini la cui qualità della vita può consistere anche in una passeggiata senza rischi.
Il decreto sicurezza e il vizio del diritto penale come unica soluzione
È sconcertante vedere un paese a crescita zero, soffocato dalle tasse e dalle inefficienze, in bilico sugli scenari di guerra, dilaniarsi sulla sicurezza. Certo, un decreto con 39 articoli, 14 nuovi reati e 9 aggravanti, rivela il solito vizio ideologico di credere che sia il solo diritto penale a poter risolvere i problemi sociali. Specie se la faccia feroce si estende pure a chi occupa una strada e alle inflorescenze della canapa… Ma il riflesso condizionato più sconcertante viene da sinistra.
I toni striduli e le mobilitazioni esasperate rivelano una distanza profonda dal comune sentire. La libertà non è solo quella celebrata il 25 aprile. C’è anche una libertà più concreta e quotidiana, ed è proprio questa libertà “piccola” che gli italiani credono di aver perso. Le donne, in particolare, si sentono minacciate nella loro libertà di movimento come neppure nell’Iran dei mullah. I dati dicono che la maggior parte delle violenze sessuali avviene in famiglia, e che in generale i reati non sono in aumento. Ma tutto ciò non basta.
La sicurezza è fatta anche di percezione istintiva, di sensazione psicologica. La finzione dei demagoghi è semplice: chi delinque lo fa sempre e solo per sopravvivere, in seguito ad un’ingiustizia sociale. Non servono a nulla le cronache delle nostre stazioni come buchi neri. O le inchieste che raccontano di clan familiari in cui il patriarca tiene in soggezione i suoi accoliti costringendoli con la violenza a portare a casa ogni giorno somme ingentissime, né quelle, ancor più strazianti, sui bambini costretti sin da neonati a confondersi con i rifiuti della strada pur di impietosire i passanti.
L’ordine è progressista per definizione, perché le regole sono state inventate, all’alba dei tempi, proprio per sostituire la legge della giungla con leggi rispettose di tutti. Quando qualcuno schiavizza, aggredisce o devasta, la sinistra dovrebbe schierarsi dalla parte opposta. Perché è la parte dei diritti. Oggi a Milano e domani a Roma si manifesta per Gaza. Dove sarà la sinistra, quando movimenti e centri sociali useranno la piazza per bruciare bandiere israeliane? Quando fingeranno che Hamas sia resistenza di popolo e non un’organizzazione terrorista che il suo popolo lo tiene in ostaggio?
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