Alla fine la telefonata chiarificatrice non c’è stata. Quello che sembrava un legame solido è finito in mille pezzi sotto gli occhi di milioni di utenti social. Il “matrimonio” politico tra Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ed Elon Musk, multimiliardario e principale elettore del tycoon, si è frantumato con dichiarazioni pubbliche, post sui social, meme e tanto livore. Sia chiaro: non è certo la prima volta che negli Usa il presidente e uno dei suoi collaboratori o finanziatori chiudono i rapporti. Prima dell’avvento di The Donald, però, tutto finiva insabbiato sotto l’educata e felpata prassi diplomatica. Una promozione, un problema di salute, la necessità di dedicarsi maggiormente alla propria famiglia: motivi accettabili dall’opinione. Le dichiarazioni pubbliche erano sempre condite da un po’ di stima e dalla promessa di riunirsi quanto prima. Toccava poi ai giornalisti indagare, pubblicare retroscena, rivelare le cose più scottanti che difficilmente venivano confermate dalle fonti ufficiali. Dal 5 giugno 2025 sappiamo che a Washington non funziona più così.

C’eravamo tanto amati

E dire che il presidente era stato molto “soft” quando Musk si era dimesso dal famoso dipartimento Doge, quello creato per tagliare la spesa pubblica americana. Da buon imprenditore, Elon non poteva più sottostare ai riti, ai veti e alle critiche che arrivavano ogni qualvolta lui cercava di tagliare qualche “ramo secco”. Senza contare l’opposizione della magistratura che ha reso praticamente vano ogni suo tentativo di razionalizzare il bilancio federale. In quella occasione, il presidente degli Stati Uniti aveva definito Musk “una persona grandiosa e un imprenditore unico”.

La notte tra il 4 e il 5 giugno, però, il patron di X ha twittato duramente contro il suo presidente definendo la legge federale, che introduce debito per oltre 2mila miliardi di dollari, un “abominio”. A quel punto la slavina di dichiarazioni. Trump ha ipotizzato il taglio dei finanziamenti federali alle aziende del sudafricano. La risposta di Musk è stata quella di evocare la presenza dell’inquilino della Casa Bianca nei famosi “Epstein files”, il pedofilo miliardario condannato all’ergastolo e poi suicidatosi in circostanze poco chiare. Dall’entourage di Trump è poi emersa la possibilità di una telefonata tra i due ex amici che si sarebbe dovuta tenere ieri.

Ti telefono o no?

In un colloquio alla Cnn, però, Trump ha smontato ogni possibilità di sentirsi con il suo finanziatore. “Non ci penso proprio – ha affermato durante la chiacchierata – Non sto nemmeno pensando a Elon. Ha un problema. Quel poveretto ha un problema”. E poi ha chiuso: “No. Non gli parlerò per un po’, credo, ma gli auguro ogni bene”. A rendere il clima più rovente ci ha pensato Steve Bannon. L’ex consigliere del presidente è un nemico giurato di Musk, e ha affermato: “Di certo è un immigrato clandestino e un drogato. SpaceX va nazionalizzata”. Il magnate sudafricano ha ribattuto durissimo: “Bannon è un ritardato”.

Lo scontro di potere

Quello in atto a Washington è un vero e proprio scontro di potere tra la politica tradizionalmente intesa e rappresentata da Trump e la cosiddetta “tecno-destra” impersonata da Musk, una nuova generazione di oligarchi che ha raggiunto il top grazie agli investimenti in tecnologia. Quella di Elon potrebbe essere una svolta politica vera e propria. Lui stesso ha pubblicato un sondaggio sul suo social per chiedere agli utenti se negli Stati Uniti è arrivata l’ora di un terzo partito.

Lo scontro, però, indica un vincitore chiaro al momento: Trump. A leccarsi le ferite è proprio Musk. Basti pensare, ad esempio, che Tesla ha perso in Borsa capitalizzazione per oltre 150 miliardi di dollari dall’elezione di Trump, che resta saldo al potere senza che nessuno al momento possa mettere ombra sulla sua gestione. Non solo: il patron di SpaceX ha perso capitali personali per oltre 35 miliardi di dollari.

Insomma, l’elezione del suo amico non ha fatto bene ai suoi affari. E cosa accadrebbe se l’amministrazione tagliasse davvero i finanziamenti alla costellazione di aziende del fondatore di PayPal?

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