Il vertice
Nato tra riarmo e Sud del mondo, il sondaggio: “Un italiano su due disposto ad arruolarsi”

Hanno preso il via ieri a L’Aja con l’incontro tra delegazioni parlamentari, presente il nostro Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, i lavori che porteranno martedì al vertice Nato. L’ordine del giorno prevede l’allineamento dei partner europei ad un importante adeguamento delle spese militari dei singoli Paesi, dal 2 al 5% entro pochi anni.
«Il centro del mondo non sono più Usa e Ue e la Nato si deve adeguare al nuovo quadro geopolitico per svolgere ancora la sua funzione e mantenere la sua ragione di esistere»: è il monito lanciato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ne ha parlato in un incontro pubblico a Padova. «Se l’Alleanza atlantica è nata per garantire la pace e la mutua difesa», ha osservato Crosetto, «o diventa un’organizzazione che si prende questo compito parlando con il Sud del mondo, e quindi diventa qualcosa di profondamente diverso, oppure non raggiungeremo l’obiettivo di avere sicurezza all’interno di regole che valgano per tutti». A essere cambiato è anche il terreno del confronto internazionale: «La lotta non è più solo quella per il pezzo di terra, ma per la supremazia tecnologica. Chi arriverà all’IA con capacità di calcolo quantistico vince la sfida e governerà».
«Oggi si vince con l’intelligenza artificiale, con la potenza energetica necessaria ad alimentare la potenza di calcolo, con le materie prime e le terre rare sono alla base della costruzione di qualsiasi futuro tecnologico. Questo è alla base del riassestamento dell’ordine mondiale».
C’è anche un sondaggio, realizzato da Istituto Piepoli, che fa riflettere: «Quasi un italiano su due sarebbe disposto ad arruolarsi e indossare la divisa in caso di estrema necessità». Dall’indagine, condotta su un campione rappresentativo di 500 cittadini maggiorenni, emerge che il 44 per cento degli intervistati si dice pronto a entrare nelle Forze armate in caso di emergenza. La disponibilità è più marcata in occasione di disastri naturali e pandemie rispetto a un eventuale conflitto armato. La fiducia nel ministro della Difesa, Crosetto, si attesta al 43 per cento, in crescita di quattro punti rispetto alle rilevazioni precedenti.
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