Napoli
Napoli per le opere pubbliche spende bene: impiegato il 78% di 1.6 miliardi disponibili

Nel triennio 2022-2024, il Comune di Napoli ha avuto a disposizione finanziamenti per opere pubbliche, oltre a quelli per il PNRR, per circa un miliardo e seicento milioni di euro. Risorse che derivano dai trasferimenti, anche anteriori al 2022, dallo Stato, dalla Regione e dalla Città Metropolitana nonché dai fondi europei. A conclusione delle procedure per l’utilizzo di queste risorse, sono state impegnate contabilmente spese per un miliardo e duecentosessanta milioni di euro: un ottimo livello (78%) di capacità di impiego dei finanziamenti disponibili.
Questo dato è influenzato, però, dal fatto che la maggior parte delle risorse (circa un miliardo) è destinata ai trasporti e che le relative procedure di impiego sono “relativamente” più veloci, tanto che tale stanziamento risulta quasi interamente impegnato. Al netto di questo settore, invece, la capacità di impiego scende al 42%. Le somme impegnate complessivamente per i trasporti riguardano prevalentemente le tre linee metropolitane, di cui 210 milioni di euro per quella che dovrà collegarsi con la stazione dell’Alta Velocità di Afragola. Si tratta di opere i cui tempi di completamento non sono ravvicinati; conseguentemente, alla capacità “contabile” di utilizzo delle risorse dovrà corrispondere uno straordinario impegno di esecuzione per interrompere la triste storia dei tempi “infiniti e costosi” che hanno caratterizzato la costruzione delle Linee 1 e 6.
Per gli interventi di riqualificazione urbana e di edilizia residenziale pubblica le risorse disponibili sono circa 278 milioni di euro e ne sono state impegnate il 32%. Le opere principali riguardano la riqualificazione del lungomare, la rigenerazione di alcuni parchi cittadini e la costruzione di alloggi nelle aree periferiche. Diversamente, per altri interventi, tra cui quelli riguardanti il Centro Storico, i percorsi pedonali collina-mare, i programmi di recupero di Soccavo, Poggioreale e Scampia, i consistenti finanziamenti assegnati praticamente sono stati scarsamente attivati. Per le opere di tutela del territorio (dal sistema fognario al risanamento ambientale e bonifiche, dal ciclo dei rifiuti al verde pubblico) i finanziamenti assommano a 150 milioni di euro, ma è stato impegnato solamente il 23%. In particolare, risulta ancora un basso impiego delle risorse disponibili per l’impianto di compostaggio e per l’adeguamento delle reti fognarie di Fuorigrotta, San Giovanni e Soccavo nonché dei collettori di Agnano e dell’arena S. Antonio. Per la manutenzione straordinarie delle strade e degli impianti sportivi nonché per l’edilizia scolastica l’impegno delle risorse disponibili (95 milioni di euro) è pari al 70% accompagnato anche dall’apertura di diversi cantieri che lascia presumere una tempestiva conclusione dei lavori.
Infine, a fronte di circa 81 milioni di euro per gli investimenti di valorizzazione del patrimonio comunale non residenziale è stata impegnata una spesa per 57 milioni con una percentuale di utilizzo del 70%. Gli interventi interessano sedi degli uffici comunali e diverse strutture ad uso pubblico, tra cui i Castelli dell’Ovo, del Maschio Angioino e Capuano. Inoltre, sono stati finanziati interventi per il patrimonio religioso, tra cui i complessi di San Paolo Maggiore, dei Gerolomini e della Scorziata. Sono stati, invece, scarsamente utilizzati i finanziamenti per l’area archeologica ex Corradini, per il recupero di un immobile in via Stadera, per la Galleria Principe Umberto, per l’ex convento delle Cappuccinelle e delle Trinità delle Monache per il restauro di Palazzo San Giacomo.
Considerato che il rispetto dei tempi di attuazione dei fondi PNRR assume una particolare priorità e che nel secondo semestre 2023 sono state concluse diverse procedure di affidamento delle altre opere pubbliche, il loro auspicabile completamento non potrà che manifestarsi nella prossima consiliatura comunale. D’altronde, l’amministrazione Manfredi si è voluta caratterizzare proprio nella realizzazione di interventi strutturali e, per alcuni versi, anche strategici per modernizzare la nostra città. L’aspirazione della maggioranza che la sostiene a vincere le elezioni comunali del 2026, però, dovrà misurarsi anche con il giudizio dei napoletani sulle carenze nella gestione ordinaria della città e sul persistente basso livello di vivibilità.
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