Cercasi salario minimo in Italia. Il richiamo arriva direttamente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a pochi giorni dal primo maggio, festa dei lavoratori. Più che un richiamo suona quasi come un vero e proprio appello alla politica quello del Capo dello Stato. Politica (e non solo l’attuale govero Meloni) che nel corso degli ultimi 15 anni ha fatto poco o nulla per migliorare le condizioni del lavoro in Italia. Appello che arriva dopo i dati e i report allarmanti delle ultime settimane sulla povertà dilagante, in ultimo quello dell’Eurostat che ha fotografato come il rischio di povertà in Italia nel 2024 resta al 18,9%, stabile rispetto al 2023, in aumento, paradossalmente, per chi lavora full time: sono il 9%, quasi il triplo rispetto alla Germania (3,7%).
Tabelle quelle dell’Eurostat che arrivano a un mese di distanza dal report dell’Organizzazione internazionale del lavoro secondo cui i salari in Italia (dove non esiste un salario minimo legale) hanno subito dal 2008 a oggi la più forte perdita di potere d’acquisto tra tutti i Paesi del G20: 8.7% (in Germania c’è stato un aumento quasi del 15%, in Francia del 5%). Report che, come già scritto in precedenza, cristallizzano il fallimento politico degli ultimi decenni che, tra tassazione alle stelle e l’abuso di bonus, non si è mai deciso di affrontare in modo adeguato l’emergenza lavoro, perché crescerà pure l’occupazione ma grazie a stipendi miseri e a contratti scelti dai datori di lavoro solo per alleggerire l’enorme pressione fiscale, si fa sempre più fatica ad arrivare al 20esimo giorno del mese.
Ed è proprio in riferimento a questi dati che Mattarella lancia il suo appello nel corso della visita a Latina nell’azienda BSP Pharmaceuticals S.p.a.. Se da un lato “si registrano segnali incoraggianti sui livelli di occupazione”, dall’altro “permangono aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Quel documento – osserva il presidente della Repubblica – nota che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008″. E oggi “tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita. I salari insufficienti sono una grande questione per l’Italia” perché “incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione. Questi fenomeni impoveriscono il nostro “capitale umano”. Il lavoro non può essere ciò che consegna alla morte, ma dev’essere motore di sviluppo, coesione e dignità” ha aggiunto.
Discorso analogo anche per il “trattamento dei migranti” che devono fare i conti, sempre secondo l’ultimo rapporto dell’Oil, con salari medi del 26% inferiori rispetto a quelli degli italiani che fanno il loro stesso lavoro o con fenomeni scandalosi come il caporalato. “Il carattere della nostra società è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l’articolo 36 della nostra Costituzione. ‘Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano’ ci ha ricordato Papa Francesco nella benedizione pasquale, il suo ultimo messaggio”.
Il governo Meloni, per il momento, non ha ancora stabilito un salario minimo. La premier, nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha spiegato che in vista del primo maggio l’Esecutivo pensa “a degli interventi concreti per la sicurezza sul lavoro, perché è inaccettabile che ogni giornata sia scandita da morti e infortuni. Metteremo a disposizione importanti risorse che intendiamo utilizzare confrontando le nostre proposte con quelle dei sindacati e delle associazioni datoriali. Valuteremo insieme cosa è più utile per la sicurezza dei lavoratori”. Per il salario minimo bisogna attendere.