Chi accusa Israele di crimini di guerra non ha mai letto la Convenzione IV di Ginevra. Il trattato non proibisce di combattere laddove ci sono dei civili, ma indica delle misure a cui i belligeranti devono attenersi per limitare i danni e le sofferenze delle popolazioni. Nel caso di un conflitto armato sono vietate – tra le altre cose – le violenze contro la vita e l’integrità corporale, le mutilazioni, le torture, la cattura di ostaggi e gli oltraggi alla dignità personale.

Le parti in conflitto, dopo l’inizio delle ostilità, potranno costituire sul loro rispettivo territorio delle zone e delle località sanitarie e di sicurezza organizzate in modo da proteggere i feriti e i malati, gli infermi, le persone attempate, i fanciulli d’età inferiore ai 15 anni, le donne incinte e le madri di bambini d’età inferiore ai 7 anni. Gli ospedali civili organizzati per prestare cure non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle parti in conflitto. Ma la protezione dovuta agli ospedali civili potrà cessare, dopo un’intimazione apposita, soltanto qualora ne fosse fatto uso per commettere – all’infuori dei doveri umanitari – atti dannosi al nemico. Grande rilievo assume la questione degli aiuti.

Il passaggio

Ciascuna parte accorderà il libero passaggio per qualsiasi invio di medicamenti e di materiale sanitario, come pure per gli oggetti necessari alle funzioni religiose, destinati unicamente alla popolazione civile di un’altra parte, anche se nemica. Essa autorizzerà pure il passaggio di qualunque invio di viveri indispensabili, di capi di vestiario e di ricostituenti riservati ai fanciulli d’età inferiore ai 15 anni, alle donne incinte o alle puerpere. L’obbligo di concedere il libero passaggio degli invii umanitari è subordinato alla condizione che questa parte sia sicura di non temere che gli invii possano essere sottratti alla loro destinazione, oppure che il controllo possa non essere efficace (ovvero che il nemico possa trarne evidente vantaggio per i suoi sforzi militari o la sua economia).

Il controllo

La potenza che permette il passaggio di tali invii può decidere – come condizione per la sua autorizzazione – che la distribuzione ai beneficiari avvenga sotto il controllo, eseguito sul posto, delle potenze protettrici. Vi è poi una norma che riguarda la pratica di coprirsi con i cosiddetti scudi umani: nessuna persona protetta potrà essere utilizzata per mettere, con la sua presenza, determinati punti o determinate regioni al sicuro dalle operazioni militari. La potenza occupante potrà procedere allo sgombero completo o parziale di una determinata regione occupata qualora la sicurezza della popolazione o impellenti ragioni militari lo esigano.

Israele non mette fiori nei cannoni

Certamente l’Esercito di Israele non mette fiori nei cannoni, ma nella misura del possibile cerca di attenersi a queste regole. È difficile capire perché, tra i tanti che si agitano a minacciare Israele, nessuno ricordi che proprio Abu Mazen ha invitato i “figli di cani” di Hamas a deporre le armi e a consegnare gli ostaggi, imputando alle loro azioni la responsabilità del massacro dei civili nella Striscia.