La guerra in Europa
Il bluff di Putin e gli insulti di Trump, le distanze di Papa Leone XIV e lo schiaffo a Macron: le cose stanno peggio di come pensavamo

Le cose, dunque, stanno molto peggio di quanto pensassimo. Vladimir Putin, in una lunga conversazione pubblica e irata, ha detto che Donald Trump è un imbroglione che vuole far credere al mondo di essere mediatore per chiudere la guerra in Ucraina, ma è un mediatore abusivo perché lui, Vladimir Vladimirovic Putin, non si è minimamente sognato di far credere al presidente americano di essere disponibile per una trattativa allo stato attuale e figuriamoci poi un cessate il fuoco: “Non è un mediatore, ma fa finta di esserlo”.
Il girotondo degli incontri di Istanbul
Dunque, tutto il girotondo degli incontri di Istanbul, dove Putin ha mandato una delegazione di rango insignificante e senza potere di decisione, sarebbe, secondo il dittatore russo, una messinscena tutta americana per dare un contentino a Zelensky, uno ai volenterosi europei, e anche al suo elettorato che scalpita nuove sanzioni alla Russia. Ora Putin dice forte e chiaro che non ci sarà mai alcun cessate il fuoco fra russi e ucraini. Donald Trump, dall’altra parte, ha confermato proferendo quelle sue formule, adorate dagli imitatori, in cui dice che lui ce l’ha messa tutta, ma che i due contendenti si odiano troppo e adesso basta, facciano quel che vogliono. E poi il Papa: Leone XIV ha dato con entusiasmo la sua disponibilità della Santa Sede per i colloqui di pace.
L’offensiva russa
Gli ha risposto Lavrov, il ministro degli Esteri e numero due del governo russo. “Riceviamo questa offerta come uno schiaffo oltraggioso da parte del Papa cattolico che vorrebbe far finta che non esista la chiesa ortodossa russa con il suo cappellano militare, sua Eccellenza il sedicesimo patriarca di Mosca, Kirill”. Lo ha detto con parole sferzanti e inutilmente violente per non lasciar spazio alle interpretazioni: la Russia non ha mai voluto trattare sull’l’Ucraina perché può volerne soltanto la sottomissione, la demilitarizzazione e la resa. Per rendere più chiaro il messaggio, ieri è stata scatenata la più sanguinaria offensiva russa sugli obiettivi civili e sull’Ucraina, che a corto di difese antiaeree americane è inerme e può solo suonare le lugubri sirene del pianto e della paura.
Papa Leone e l’attacco a Trump
Non riferiamo di maligne interpretazioni ma delle parole di protagonisti che parlano sempre più forte e chiaro. Gli interpreti amanti delle sottigliezze, gli esperti di navigazione diplomatica sommersa sono disoccupati. Il più attivo è Papa Leone, il quale attacca con sdegno divino sia Trump, che il suo vicepresidente. Di quest’ultimo parla con orrore spiegando il disgusto provato quando JD Vance gli ha sfiorato il gomito per far credere che fossero amiconi. Il Papa ripete ogni giorno che Vance non rappresenta il mondo cattolico americano e, anzi, vorrebbe proprio sapere, il Papa, chi diavolo lo ha invitato alla sua incoronazione per fare “Photo-op” con cui inondare i social. E poi ha attaccato pubblicamente Trump intimandogli di non usare suo fratello, convinto trumpiano, per far credere di avere un suo uomo in Vaticano.
Gli aerei e Macron schiaffeggiato da sua moglie
Non avevamo mai udito, e da un tale pulpito, parole tanto franche e dobbiamo prendere atto che siamo in un’era nuova in cui si assiste all’escalation non solo nella guerra, ma nei rapporti personali fra capi di Stato. Così, mentre si apprendeva che il Presidente francese Emmanuel Macron è stato schiaffeggiato da sua moglie in aereo, lo sceicco del Qatar, che ha appena regalato un costosissimo aereo Boeing a Trump (dice lui, su richiesta di Trump) nel corso della sua recente visita, ha descritto in raffinato inglese l’uomo della Casa Bianca come un imbroglione che pensa a intascare tutto senza concedere nulla e anzi chiedendo spudoratamente finanziamenti per l’ultimo dei più “tacky”, pacchiani, suoi hotel.
Putin faccia di bronzo
Che cosa sta succedendo? Putin, con autentica faccia di bronzo, rivela di non aver mai pensato per un attimo a un cessate il fuoco in Ucraina e di aver accettato i colloqui con Trump soltanto per guadagnare tempo e aggiungendo sempre nuove premesse, per arrivare a convocare un giorno una sorta di “Congresso di Vienna” o “nuova Yalta” per ripartirsi la Terra fra grandi potenze e anche l’insignificante Ucraina ridotta un cimitero di rovine e lutti. Trump sa tutto e mette la prua su nuova linea: quella dell’uomo generoso ma deluso, che tanto ha lottato per una pace fra due popoli rissosi che si azzuffano nel cortile. Ma adesso si è stancato: di fronte a tanta ingratitudine se ne tira fuori e se ne lava le mani. Arkady Ostrovsky, “editor” dell’”Economist” per la Russia, osserva quanto sia ovvio che Putin non possa voler altro che la vittoria militare: “È la sua unica fonte di legittimazione perché, da quando è salito al potere, ha fatto solo guerre e la sua stessa economia non potrebbe reggersi senza una guerra che sostituisca la politica. Inoltre, insostenibile: si è annesso quattro regioni ucraine di cui non ha l’intero controllo”. Prendiamo atto, senza più cedere all’illusione che porta a far spacciare iniziative di pace che sono in realtà mani di poker.
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