Putin a Erdogan: un hub del gas in Turchia
Guerra in Ucraina, ci sono spiragli di pace ma piovono ancora bombe

Lo zar usa la carta del gas (e quella del grano) per trattenere a sé il sultano. Ma quest’ultimo gioca su due tavoli e rafforza il proprio ruolo di facilitatore di una soluzione diplomatica alla guerra in Ucraina, giunta ieri al 232mo giorno. Ad Astana, capitale del Kazakhstan, ieri è andato in scena l’atteso incontro tra Vladimir Putin e Recep Tayyp Erdogan. “La Turchia è la via più affidabile per fornire gas all’Unione europea” e per questo il presidente russo ha proposto a Erdogan di costruire in Turchia un hub di approvvigionamento. Parlando a un incontro bilaterale con il suo omologo turco, Putin ha affermato che le forniture di energia dalla Russia alla Turchia sono in “pieno flusso” e in conformità con le richieste perché “la via più affidabile”.
Per Putin “Il potenziale hub del gas in Turchia può essere la piattaforma per determinare il prezzo”. “Questo hub, che potremmo creare insieme, sarebbe anche una piattaforma non solo per le forniture, ma anche per determinare il prezzo, perché questa è una questione molto importante: la questione del prezzo. Oggi, questi prezzi sono alle stelle; potremmo facilmente regolamentare a un livello di mercato normale, senza sfumature politiche”. Il Cremlino ha reso noto che “diverse persone” sono state arrestate con l’accusa di aver cercato di “sabotare” il gasdotto Turkish Stream. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov. “I sabotatori sono stati presi, diverse persone sono state arrestate, volevano far saltare in aria la nostra struttura sul nostro territorio”, ha annunciato la “voce” dello zar.
Quest’ultimo mostra soddisfazione dopo l’incontro con Erdogan. La comunicazione ai vertici di Russia e Turchia funziona bene e sta dando risultati positivi, ha detto Putin a Erdogan, sottolineando come tutti gli obiettivi concordati al vertice di Sochi lo scorso agosto sono in fase di attuazione. “Nonostante tutte le difficoltà associate alle restrizioni sanitarie e politiche, troviamo sempre il modo di incontrarci regolarmente e comunicare. Questo dà buoni risultati”, “Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdoğan non hanno discusso i modi per risolvere il conflitto in Ucraina nel loro incontro bilaterale di oggi” (ieri per chi legge, ndr) ) ha riferito l’agenzia di stampa statale RIA, citando il Cremlino. “Il tema di un accordo russo-ucraino non è stato discusso”, ha puntualizzato Peskov. Tradotto: per evitare di mettere in piazza cosa ci divide, meglio parlare , magnificandolo, di ciò che ci unisce.
“Mi auguro che grano e fertilizzanti russi saranno esportati attraverso Istanbul”, mette in evidenza dalla capitale kazaka dove è in corso la sesta Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica), in corso nella capitale del Kazakistan. Lo rende noto Trt. Il presidente turco si è augurato che i prodotti russi possano così raggiungere i Paesi in via di sviluppo. “Siamo determinati a mantenere e rafforzare l’accordo di Istanbul” che ha sbloccato l’esportazione di grano dall’Ucraina “e a trasportare il grano e i fertilizzanti russi ai Paesi in via di sviluppo attraverso la Turchia”, ha detto Erdogan, come riporta Anadolu. “I passi che Turchia e Russia prenderanno in questa direzione disturberanno alcuni circoli ma nello stesso tempo renderanno felici i Paesi meno sviluppati”, ha aggiunto il presidente turco. Silenzio invece sull’idea di Ankara di organizzare colloqui a cinque tra Russia, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito sull’Ucraina.
La Russia “non ha mai sentito dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan proposte di organizzare un incontro tra Federazione Russa, Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna sull’Ucraina”, puntualizza Yury Ushakov, aiutante del presidente russo. Lo riporta Ria Novosti. “Non so se sia stato lui a proporlo o chi. Perché l’abbiamo visto solo sui giornali. Non abbiamo mai sentito un’opzione del genere dalle labbra di Erdogan”, ha spiegato Ushakov. Il sultano preferisce difendere i legami economici del suo Paese con Mosca e ha promesso che proseguirà l’esportazione di cereali ucraini. Il colloquio privato con Putin si è protratto per un’ora e mezza. “Una pace giusta può essere ottenuta attraverso la diplomazia, non ci possono essere vincitori in una guerra e perdenti nella pace”, si è limitato a ribadire Erdogan, aggiungendo che “il nostro obiettivo è che il bagno di sangue finisca il prima possibile”, ha aggiunto il presidente turco. Putin parlerà oggi dalla capitale kazaka.
Intanto, da Mosca sono giunte dichiarazioni “possibiliste” sul piano negoziale. “La Russia sarà pronta a prendere in considerazione eventuali segnali di apertura al dialogo da parte degli Usa, se li dovesse ricevere”. Così il ministro degli Esteri di Mosca, Sergey Lavrov, citato dalla Tass. In merito a un eventuale dialogo fra Russia e Ucraina non correremo dietro a nessuno, se ci sono proposte serie e concrete, siamo pronti a prenderle in considerazione”. Per quanto riguarda esplicitamente gli Stati Uniti, “non so quale potrebbe essere un segnale, ma quando ci sarà saremo pronti a prenderlo in considerazione”, ha aggiunto. “La Russia è favorevole a una rapida soluzione diplomatica della questione ucraina, non cerca di «fare a pezzi nessuno” e vuole coesistere pacificamente con l’Ucraina e con tutta l’Europa, anche se non a spese della sua sicurezza: ad affermarlo è il vice segretario del Consiglio di sicurezza russo, Alexander Venediktov, in un’intervista alla Tass.
Un messaggio apparentemente distensivo arriva dunque dai vertici militari russi, che però rilanciano un monito: «L’adesione dell’Ucraina alla Nato è per noi inaccettabile, può portare alla Terza guerra mondiale», ha avvertito Venediktov: “L’Occidente deve capire che le parole di Zelensky sulla necessità di attacchi preventivi contro la Russia sono un invito alla terza guerra mondiale. Con l’adesione dell’Ucraina alla Nato entrerà in vigore il quinto articolo (sulla difesa collettiva)”, ha aggiunto. “La stessa Nato comprende la natura suicida di questo passo”. Quella che si manifesta è la diplomazia del bastone e della carota. “Stiamo aumentando il numero di truppe ad alta preparazione e ora abbiamo più soldati nella parte orientale della nostra alleanza compresi otto battlegroup Nato dal Baltico al Mar Nero”. Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione dei ministri della Difesa della Nato.
“Le circostanze in cui l’Alleanza potrebbe dover usare le armi nucleari sono estremamente remote”, ha aggiunto, “ma la Russia sa che se usa armi nucleari in Ucraina ciò avrà severe conseguenze”. Sul campo intanto continuano gli attacchi russi a Mykolaiv, Nikopol e nella regione di Kiev, mentre l’Ucraina spiega che i responsabili dei missili sulla città russa di Belgorod sono le forze russe. Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha affermato che nelle ultime 24 ore più di 40 insediamenti sono stati colpiti dai bombardamenti russi. In risposta – riporta il Guardian – l’aviazione ucraina ha effettuato 32 attacchi su 25 obiettivi russi.
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