L'intervista
Fine vita, Cappato: “C’è chi garantisce i diritti e chi li vuole negare, la legalizzazione dell’eutanasia riscuote un ampio consenso tra la gente”

«Sembra che il governo voglia indirizzare la discussione su linee preimpostate». Questa la riflessione di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, sul progetto di legge sul fine-vita che dovrebbe approdare nelle aule del Senato entro luglio.
Cappato, il governo punta a portare in Senato una proposta di legge sul fine-vita il prossimo 17 luglio. Siamo finalmente a un punto di svolta?
«Sembra che abbiano trovato la volontà politica per provare a cancellare i diritti esistenti. Da questo punto di vista, è indubbiamente un punto di svolta, che rischia di portare a sbattere».
La maggioranza cercherà di mantenere ideologicamente posizioni di destra e cercherà di non scontentare l’universo Pro-Vita. Paletti troppo rigidi?
«Da quanto hanno dichiarato finora, tutte le proposte sono finalizzate a disinnescare la sentenza della Corte costituzionale, che strappammo con le disobbedienze civili, e la nostra legge regionale “Liberi subito”, approvata in Toscana».
Qual è la linea di governo al riguardo?
«Vogliono istituire un Comitato etico nazionale, per impedire alle Regioni di accogliere le richieste di aiuto alla morte volontaria; trasformare le cure palliative in trattamento sanitario obbligatorio e annullare il ruolo che la Corte ha assegnato al Servizio Sanitario Nazionale».
La premier Meloni mostra prudenza e sottolinea che la rotta debba rimanere quella indicata dalla Corte Costituzionale. Come potrebbe tradursi in concreto?
«È un modo per dire che formalmente non potranno che rispettare le indicazioni della Consulta, ma che faranno tutto il possibile per svuotarle e renderle inattuabili nella pratica».
Il vicepremier Antonio Tajani dichiara: “Il suicidio assistito non esiste. Noi siamo per le cure palliative”. Ci si limiterà a questo?
«Le cure palliative sono già da molti anni un diritto per le persone che soffrono e un dovere per lo Stato. Non servono leggi su questo, ma serve attuarle. Lo facciano, sono al Governo. Contrapporre il diritto alle cure palliative alla libertà e responsabilità delle scelte di fine vita non ha alcun senso, serve solo come cortina fumogena per rendere meno chiaro il vero oggetto del dibattito».
Per quale motivo?
«Sono consapevoli che la legalizzazione dell’eutanasia riscuote un ampio consenso tra la gente, perché ormai ogni famiglia italiana ha vissuto direttamente il dramma legato a questo tema. Come Associazione Luca Coscioni raccoglieremo a breve le firme su una legge di iniziativa popolare, per mettere in campo una proposta sul modello di Spagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo».
Quali sono le sue aspettative in merito a questa apertura del governo sul tema fine-vita?
«Sarebbe un’apertura se si facesse come si sta facendo in Francia e Inghilterra: lasciare a ciascun parlamentare la libertà di discutere e decidere secondo coscienza e non sulla base di linee imposte dal partito».
E invece?
«Mi pare che l’iniziativa che ha deciso di prendere il governo vada nella direzione opposta: di fronte al rischio di sorprese da parte dei loro stessi parlamentari e governatori, meglio compattarsi su una linea da imporre con la disciplina di partito. Spero che non andrà così».
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