Sono un cittadino italiano trasferitosi in Israele, dove oggi vivo quotidianamente l’orrore di una guerra che è, prima di tutto, una guerra di sopravvivenza. Una guerra che, se D-o non voglia dovessimo perdere, potrebbe significare la fine di Israele nel giro di pochi anni. Da circa venti mesi siamo sotto attacco continuo: da Gaza, dal Libano, dalla Siria, dall’Iran, dallo Yemen, dall’Iraq. Ma non solo. Anche in Occidente, molti fiancheggiatori cercano in ogni modo di delegittimare Israele e, con esso, il popolo ebraico. Oggi come allora, la verità è appannaggio di pochi.

In questo contesto, l’informazione europea – malata, ideologizzata e spesso complice – si è trasformata nel megafono di Hamas. Per vendere qualche copia in più, molti media giustificano l’ingiustificabile: i morti del 7 ottobre, le stragi, gli stupri, le torture. Peggio ancora, alimentano l’odio che spinge fanatici a colpire ancora, fomentati proprio da quegli articoli che dovrebbero invece difendere la verità e la dignità umana.

State dalla parte della verità

È per questo che sento il bisogno profondo di ringraziarvi. Non vi ringrazio perché siete “dalla parte di Israele”: vi ringrazio perché siete dalla parte della verità. Una verità scomoda, difficile da sostenere, e certamente meno conveniente da raccontare. Eppure, voi scegliete di non cedere alla propaganda dominante, così più semplice, più redditizia, più populista. Scegliete la responsabilità, la coerenza, il giornalismo vero.

Siete l’unico giornale in Italia – e uno dei pochissimi in Europa – che non ha paura dei violenti, dei terroristi, delle minacce. Come Charlie Hebdo, scegliete ogni giorno il coraggio, la libertà e la dignità. Da italiano che vive in Israele, posso dirvi solo una parola, ma con tutto il cuore: grazie.

Daniel M

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