Peculato e corruzione. Sono le accuse che hanno portato questa mattina all’arresto di Daniela Lo Verde, preside della scuola Giovanni Falcone del ‘difficile’ quartiere Zen di Palermo ma soprattutto paladina antimafia nota per le sue battaglie contro i clan, insignita anche del titolo di cavaliere della Repubblica tre anni fa per il suo impegno durante la pandemia di Covid-19.

Lo Verde, secondo le indagini coordinate dai pm della Procura Europea Gery Ferarra e Amelia Luise, si sarebbe appropriata, con la complicità del vicepreside Daniele Agosta, anche lui arrestato e posto ai domiciliari come la dirigente, di cibo per la mensa dell’istituto scolastico, computer, tablet e iPhone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei.

A far scattare l’inchiesta la denuncia di un ex insegnante dell’istituto. Nella denuncia l’insegnante ha raccontato come molte fatture per acquisti venissero gonfiate: una parte veniva spesa per l’acquisto di strumenti didattici, mentre una parte speso per scarpe e abbigliamento per la dirigente.

DANIELA LO VERDE, UNA VITA DI BATTAGLIE PER LA SCUOLA E IL TITOLO DI CAVALIERE DELLA REPUBBLICA 

Secondo l’accusa, la presidente poteva contare su una rete di complici all’interno dell’istituto scolastico: a partire dal vicepreside, a conoscenza della gestione illegale dei progetti europei e dell’appropriazione indebita di materiale tecnologica e del cibo della mensa.

Su quest’ultimo punto vi sarebbero anche delle intercettazioni tra La Verde e la figlia che proverebbero come la preside si portava a casa gli alimenti, comprati con i fondi europei per gli alunni. Mentre lavorava in ufficio in compagnia della figlia, tra una pratica e l’altra, la preside impartiva alla ragazza indicazioni sugli alimenti da riporre all’interno di un sacchetto da portare a casa. “Questo me lo voglio portare a casa, questi me Ii voglio portare a casa … poi mettiamo da parte… poi vediamo cosa c’e qui … Ii esci e Ii metti qui sopra…“, si sente nella intercettazione che risale al 15 giugno ed è uno degli esempi della gestione illegale della donna. “Il riso … Lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo … benissimo … ora sistema sopra il frigorifero … questa cosa di origano mettila pure per casa … – spiegava – Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto … poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside, ndr)”. Parole che poi hanno trovato riscontro dai filmati delle videocamere piazzate dai carabinieri che la mostrano riempire delle buste di alimenti presenti nell’ufficio di presidenza.

Quanto al materiale tecnologico che Lo Verde, nelle carte dell’inchiesta si fa riferimento ad un accordo illecito tra la preside della scuola Falcone ed un negozio di Palermo: in cambio dell’assegnazione esclusiva e in forma diretta di materiale elettronico per la scuola all’attività commerciale, avrebbe avuto da una dipendete di quest’ultima (finita ai domiciliari)  regali come gli smartphone iPhone di Apple.

C’è quindi la questione dei progetti Pon finanziati dall’Europa ma mai realizzati, un danno alle casse dell’Unione Europea che la procura stima in almeno 100mila euro. Lo Verde secondo l’accusa agiva per per accaparrarsi i finanziamenti comunitari attestando falsamente la presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurriculari, al fine di giustificare l’esistenza di progetti Pon di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia